ImmagineI laboratori di cinema d’animazione nelle corsie dell’Ospedale dei bambini partiranno la prima settimana di Ottobre. Dopo averlo tanto voluto e organizzato, siamo impazienti e curiosi di intraprendere questo nuovo viaggio. In questo spazio proveremo a raccontarne le tappe: salite, discese, scalate e salti, soste, panorami, profumi, mappe e souvenir.

Iniziamo con il riproporvi un pensiero di Sandra, impegnata come operatrice nel progetto, sull’esperienza dell’anno scorso.

“Un bambino in ospedale, in quanto bambino, non è molto diverso dai suoi coetanei: vive le tappe della sua età evolutiva, spesso è iscritto ad una scuola, gli piace giocare… però è in un luogo particolare, non per sua scelta e neppure per sue colpe. In questo luogo, dove ha dovuto andare perché qualcosa si è rotto nell’armonia del suo corpo, non può decidere l’uso degli spazi, l’organizzazione dei tempi, la scelta delle attività. Viene aiutato in ciò da una serie di iniziative che concorrono a rendere meno pesante sul piano umano la degenza. Soprattutto durante l’anno scolastico la presenza di insegnanti di vari ordini di scuola, l’intervento di volontari e di educatori, nonché la disponibilità di attrezzature mediatiche, offrono stimoli per lo sviluppo cognitivo e per lo svago nell’arco di quasi tutta la giornata. E quando la scuola non c’è? Ecco il progetto per la realizzazione di cartoni animati nell’ambito dell’ospedale dei bambini: un percorso nato per aiutare i piccoli fruitori di prodotti televisivi a diventare parte attiva e consapevole nel creare un video di animazione.
Nel mese di settembre, grazie anche al supporto di alcune maestre ed educatrici, la sala giochi della Neuropsichiatria infantile, quella della Chirurgia Pediatrica e alcune stanze della Pediatria Oncologica, hanno accolto gli esperti Avisco che, con un piccolo set portatile attrezzato di luci, webcam e collegamento al PC, hanno accompagnato i bambini in una nuova avventura.
È stata un’esperienza “magica” capace di animare ciò che era fermo; magia inaspettata che crea stupore come quello di A. che, quando ha visto il proprio personaggio fare un salto, ha sbarrato gli occhi ed è scoppiata in una risata.”

Sandra Cimaschi