bambini a scuola

Cartoni animati In Corsia trasforma spazi e tempi della cura in luoghi e occasioni di scoperta, crescita e relazione; creare i propri personaggi e farli interagire con quelli dei compagni nell’animazione permette ai ragazzi di scoprire parti nuove e sorprendenti di se stessi.

Per esempio… quando al pesce spuntarono le gambe e la ragazza diventò sirena

Immaginate due bambine sugli undici anni, in una stanza d’ospedale. Immaginatele diverse fra loro, ma proprio diverse che più non si potrebbe: una ride l’altra è seria seria; una chiacchiera l’altra parla poco l’italiano; una si fida l’altra è guardinga; una pensa a una storia che ha per protagonista una ragazza in minigonna; l’altra no, lei è determinata a fare un pesce.

Accanto a loro, le operatrici di CIC che dovranno guidarle nell’ardua impresa di far incontrare due personaggi – il pesce e la ragazza – in una storia ancora tutta da inventare. Che mai potranno dirsi? I pesci, si sa, son muti. Che mai potranno fare? La ragazza ha un bellissimo paio di scarpe col tacco ma non ha le branchie per respirare sott’acqua. Sembra la classica storia impossibile, tra due esseri destinati a non incontrarsi mai.

Ma le due giovani pazienti animatrici non sono in vena di rinunce e si mettono all’opera con determinazione. Gesto dopo gesto, taglio dopo taglio, la breve storia prende forma nella casetta dei cartoni; ed ecco che, in un luminoso vortice marino che li travolge entrambi, avviene la trasformazione dei due personaggi: il pesce ora ha due lunghe gambe snelle con cui può camminare; la fanciulla ha dovuto rinunciare alle scarpe ma in cambio ora ha una scintillante coda da sirena.

Quando Silvia, una delle operatrici presenti, ha rievocato questo episodio, ci è subito parso una potentissima metafora “in vivo” di come il processo creativo condiviso – in particolare l’invenzione di una storia animata a più mani – ci permetta di metterci in gioco “abbandonando”, per così dire, una parte di noi per vederla inaspettatamente trasformarsi sotto i nostri occhi. Perché creare è proprio questo, fare qualcosa che prima non c’era.