CIC in TOUCH muove i primi passi insieme a Vittoria, Maria, Marika e Gaia. Il mercoledì e venerdì pomeriggio le giovani pazienti escono dal reparto accompagnate dalle educatrici e con un carrello carico di dispositivi digitali raggiungono la biblioteca del terzo piano. E a quel punto che succede?

Scopritelo attraverso la viva voce di Marika!

«Nonostante abbia partecipato per poco tempo al progetto, è stato molto piacevole e divertente. Non avevo mai sperimentato questa tecnica né partecipato ad un laboratorio simile prima di questo. Durante il ricovero avevo già sentito parlare del progetto dei cartoni animati, che a causa Covid quest’anno non ci sarebbe stato. Successivamente dalle educatrici ci è stato detto che sarebbe iniziato in modo un po’ diverso da quelli precedenti. Il laboratorio è stato svolto con iPad e Apple pencil e ci è stato fornito tutto il materiale. Per i primi due incontri è venuta Irene ad assisterci, con Silvia in remoto. Negli incontri successivi c’era solo Silvia in remoto. Abbiamo iniziato a sperimentare e a conoscere gli strumenti, ci hanno spiegato in cosa consisteva il progetto e quale sarebbe stato il risultato. Nell’ultimo incontro a cui ho partecipato abbiamo esposto la nostra idea per l’eventuale lavoro definitivo. 

È stato molto divertente utilizzare tutti gli strumenti, ti sentivi molto professionale anche a fare qualcosa di molto semplice. Anche il resto dell’attrezzatura è stato abbastanza semplice da utilizzare e non ci sono stati grandi problemi a livello di connessione o funzionamento. È stato inoltre piacevole lavorare in gruppo con le altre ragazze, perché eravamo particolarmente unite e ci è risultato anche semplice trovare un accordo per il risultato finale, ognuna esprimendo una caratteristica. Mi sono trovata bene anche con le educatrici che hanno saputo imparare velocemente come utilizzare le varie attrezzature (nonostante il timore iniziale) e con le operatrici di Avisco, molto simpatiche e pronte ad aiutarti. 

Nonostante inizialmente fossi un po’ scettica sul progetto (sono sempre stata negata nel disegno e non è mai stata una attività che mi interessava) è stata comunque una bella esperienza che ha aiutato a rendere più piacevole la permanenza in ospedale. Ho potuto sperimentare questa tecnica che ha “formato” un po’ i cartoni della mia infanzia. 

Ringrazio Avisco per aver dato l’opportunità di sperimentare qualcosa di nuovo e innovativo.»